La Contradanza Criolla



Il principale elemento apportato dalla contradanza criolla ai balli da sala cubani, tra i quali il casino, è il passo basico, il che consiste nell’avanzare o retrocedere, alternando i piedi, in quattro tempi musicali. Nei primi tre tempi si appoggia completamente il piede a terra e nel quarto si tocca solo con il tallone, per poi ricominciare con il piede dell’ultima azione.
Questa forma basica venne poi mantenuta nella danza, nel danzón, nel son e nel casino, anche se si evolse nel tempo con cambi di accenti del corpo e ritmici, ed altre piccole varianti nei piedi, soprattutto nello spostamento ed esecuzione di nuove figure.
Altro elemento tipico della contradanza criolla era la presenza del bastonero, personaggio che dirigeva la sala, decidendo l’ordine dei balli e scandendo il tempo per l’esecuzione delle varie coreografie. Questa figura  era destinata ad esperti ballerini o maestri ed il merito del successo di una serata era motivo di prestigio.
Un altro elemento dell’espressione danzarla che proviene dall’epoca della contradanza è il termine perderse o estar perdido (perdersi). Questo termine indica che un ballerino ha perso il ritmo, ha il passo invertito rispetto agli altri o ha commesso un errore e nella rueda è disorientato rispetto alle altre coppie. Tutti gli amanti della salsa sanno che questo termine è ancora attuale e persino in Italia quando si sbaglia si dice “mi sono perso”.
Tra le principali figure della contradanza che menzionano le cronache dell’epoca ed hanno appurato recenti investigazioni ricordiamo: paseo, cadena, sostenido, cedazo, poner danza, latigazo, lazo, alemanda, trono, alas, vueltas, rodeos, molinos e puente. Non è difficile scoprire reminescenze di queste figure in quelle odierne del casino e della rueda.
La contradanza si eseguiva in posizione di ballo sociale aperto, dove l’uomo prende con la mano sinistra la mano destra della donna, lasciando l’altra mano libera e restoestando di lato.

Gli appunti sono tratti dal libro:
"El casino y la salsa en Cuba", di Barbara Balbuena Gutierrez; Ed. Letras cubanas (2003), La Habana, Cuba.

                                                                                   Giuseppe Lago