Oyà/Oyà Yannsà



Rappresenta uno dei cinque elementi più importanti in questa vita: l' aria senza la quale non potremmo vivere. E' la segretaria di Olofin poichè, come aria, conosce quanto accade prima di tutti gli altri. Per questo, nelle cerimonie per i morti c'è sempre una figlia di Oya a ballare con i tamburi, così da personificare la morte stessa. Oyà è dolce e pura, buona e amabile; a lei ci si rivolge se ci sono degli ammalati. Ma quando si arrabbia, grazie agli attributi di Oggun e di Changò che pure lei possiede, diventa falsa e temibile come il tornado e l'uragano. E' una delle amanti di Changò, l'uomo della sua vita, che accompagna in battaglia e per cui ha abbandonato il marito Oggun. E' stata partorita da Olokun e allevata da Yemayà; da Oba ha appreso l'arte guerriera.
Governa le scintille, i temporali e, in generale, i venti. Violenta e impetuosa, ama la guerra e accompagna Changò nelle sue campagne accudendo un grande numero di spiriti.
E' anche la padrona dei cimiteri. Porta una gonna da cui pendono fazzoletti di nove colori, tutte le tinte, meno il nero.

Rappresenta anche la reincarnazione e la perdita di memoria.
Il suo ballo è agitato, frenetico con una azione coreografica rapidissima, vertiginosa. Come se volesse incendiare tutto, con la fiamma purificatrice accesa alla sua destra, mentre lei forma dei turbinii girando sempre a sinistra. E nella sua danza agita uno strumento di limpieza, l'iruke (come quello di Obatalà) ma dal colore nero o policromo.

Protegge dalle scariche elettriche e dalle forti correnti dell'aria.
Si sincretizza con la Vergine della Candelaria e viene festeggiata il 2 febbraio.