La columbia è considerata uno stile di rumba rurale nata nei dintorni di Matanzas, secondo molti, in un antico caseggiato chiamato proprio Columbia, vicino la linea ferroviaria, a Matanzas, una provincia dove intensa era la produzione dello zucchero e che, in determinati periodi dell’anno, riuniva gente da tutto il paese per la zafra, la raccolta. La danza allude a diverse situazioni quotidiane o a persone imitandone i gesti tipici (lo zoppo, il boxer, l’ubriaco, il giocatore di baseball, il tagliatore di canna da zucchero, ecc.), ed è eseguita sempre da un solo uomo, ad un tempo velocissimo, il più rapido tra tutte le modalità della rumba. Musicalmente ha una struttura fissa e semplice: inizia la percussione con un tempo rapido e subito si ascolta la voce del solista, chiamato gallo, che emette dei lamenti chiamati lloraos; il cantante intona quindi, un breve testo che allude a successi, fatti o persone e quindi intona un ritornello, momento che indica l’uscita del ballerino, chiamata capetillo. La columbia è una sfida tra percussione, il quinto ed il ballerino, il columbiano. L’uomo stabilisce un dialogo con il quinto, che marca gesti e passi ai quali il ballerino deve rispondere figurativamente, creando poi altre figure alle quali deve rispondere il quinto; si prosegue aumentando la difficoltà, fino a quando uno dei due non è colto impreparato nella risposta, sempre con il canto del solista alternato a quello del coro come sottofondo.
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